TAROCCHI CAMOIN

IL SENTIERO DEI TAROCCHI

Cartomanzia o Tarologia?

Questo termine potrebbe riferirsi al gioco di carte, in quanto nel 1408 i termini "carta per giocare" e "carta" vengono usati nella stessa frase per definire lo stesso gioco. La primitiva parola per carta da gioco, avrebbe potuto quindi essere "carta per giocare" abbreviato talvolta con "carta". È l'ipotesi del celeberrimo specialista di carte da gioco Henri René D'Allemagne. Carta sarebbe pertanto, anche storicamente, il nome con cui venivano definiti gli stessi Tarocchi. Contestualmente al loro utilizzo divinatorio, ecco come nel tempo la parola cartomanzia ha assunto il suo odierno ruolo: uso delle carte per la lettura del futuro. È un termine che ha ricevuto un forte impulso, soprattutto a partire dal secolo scorso, con il sempre più crescente numero di persone interessate allo studio e all'utilizzo dei Tarocchi, contemporaneamente alla diffusione di un enorme numero di differenti giochi di carte, cioè di differenti mazzi di Tarocchi,un po' dovunque nel mondo. È forse una terminologia non corretta? Ad un certo livello di interpretazione, certamente no. Intendiamo dire che è senza dubbio lecito, da un punto di vista strettamente linguistico, definire cartomanzia la pratica della divinazione tramite le carte, i Tarocchi. Ma, pur risultando una definizione plausibile, è tuttavia incompleta. Ed è incompleta da un punto di vista ontologico, cioè in riferimento all'essenza stessa dei Tarocchi. Torniamo all'ipotesi iniziale: i Tarocchi sono forse uno strumento esclusivamente divinatorio? 

Che differenza c'è tra cartomanzia e tarologia? E che cos'è dunque la tarologia?

Per rispondere a tali quesiti, è necessario puntualizzare prima di tutto alcuni concetti legati ai Tarocchi. I Tarocchi sono uno strumento da utilizzare esclusivamente per la lettura del futuro? Il loro uso è solo a carattere divinatorio? La parola cartomanzia, etimologicamente, è composta da due termini: carta e manteìa. Quest'ultima parola significa divinazione. Quindi, cartomanzia vuol dire divinare, l'indovinare, il predire il futuro attraverso la lettura delle carte. I Tarocchi si manifestano sotto forma di carte. Come già esposto altrove, a Marsiglia nel XIVsecolo, presso l'Abbazia di San Vittore, per i monaci era proibito dedicarsi al gioco di carte all'interno della cinta dell'Abbazia stessa, a causa del loro frenetico entusiasmo, e quello degli stessi nobili, per questo tipo di gioco.

L'Abbazia di San Vittore a Marsiglia
L'Abbazia di San Vittore a Marsiglia
Nel 1337, viene menzionato il divieto, negli statuti di questa Abbazia, di giocare al "Paginae"(in latino: pergamena, pagina, carta). Questo termine potrebbe riferirsi al gioco di carte, in quanto nel 1408 i termini "carta per giocare" e "carta" vengono usati nella stessa frase per definire lo stesso gioco. La primitiva parola per carta da gioco, avrebbe potuto quindi essere "carta per giocare" abbreviato talvolta con "carta". È l'ipotesi del celeberrimo specialista di carte da gioco Henri René D'Allemagne. Carta sarebbe pertanto, anche storicamente, il nome con cui venivano definiti gli stessi Tarocchi. Contestualmente al loro utilizzo divinatorio, ecco come nel tempo la parola cartomanzia ha assunto il suo odierno ruolo: uso delle carte per la lettura del futuro. È un termine che ha ricevuto un forte impulso, soprattutto a partire dal secolo scorso, con il sempre più crescente numero di persone interessate allo studio e all'utilizzo dei Tarocchi, contemporaneamente alla diffusione di un enorme numero di differenti giochi di carte, cioè di differenti mazzi di Tarocchi,un po' dovunque nel mondo. È forse una terminologia non corretta? Ad un certo livello di interpretazione, certamente no. Intendiamo dire che è senza dubbio lecito, da un punto di vista strettamente linguistico, definire cartomanzia la pratica della divinazione tramite le carte, i Tarocchi. Ma, pur risultando una definizione plausibile, è tuttavia incompleta. Ed è incompleta da un punto di vista ontologico, cioè in riferimento all'essenza stessa dei Tarocchi. Torniamo all'ipotesi iniziale: i Tarocchi sono forse uno strumento esclusivamente divinatorio?
Alla luce delle rivelazioni che Philippe Camoin sta progressivamente offrendo, sia agli esperti, cioè agli studiosi del settore, sia a coloro che sono sinceramente interessati a perseguire la verità rispetto a questo antichissimo strumento, possiamo dire che i Tarocchi, nel loro complesso, sono una sorta di macchina metafisica di cui il gioco di carte non è altro che un supporto.
Il Maestro di carte Philippe Camoin
Il Maestro di carte Philippe Camoin
Le immagini dei Tarocchi sono delle icone sacre che custodiscono un insegnamento segreto codificato che si esprime attraverso Codici e Leggi, attraverso cioè un linguaggio che consente una comunione tra l'essere umano ed il sacro. In breve, contengono un insegnamento sull'uomo, sul destino e sulle leggi che lo governano. I Tarocchi, intendendo con questo termine gli autentici, veri Tarocchi, rappresentano, sono, una Scienza esoterica completa a sé stante. Diversamente da come è sempre stato scritto, anche da famosi ricercatori ed esoteristi del passato, i Tarocchi, per essere spiegati, non necessitano di un'interpretazione derivante da altre scienze esoteriche, come per esempio la cabala. I Tarocchi non solo spiegano le leggi universali, ma si "auto-spiegano", sono autoreferenti, in modo del tutto autonomo. Serbano cioè le chiavi per poter essere decifrati senza che queste debbano essere cercate altrove, in altre scienze. Gli antichi alchimisti hanno definito i Tarocchi la Scienza delle scienze.

Veniamo quindi ad un concetto essenziale: se i Tarocchi sono molto di più che un semplice strumento di predizione dell'avvenire, essendo una rigorosa scienza esoterica, possiamo continuare a definire il loro uso solo come "cartomanzia"? In passato questa terminologia poteva avere un significato poiché, fino alle rivelazioni di Philippe Camoin nel 1998, nessuno sapeva con certezza che cosa i Tarocchi rappresentassero, quale fosse la loro origine ed il senso più profondo da essi veicolato.


Mutus Liber
Ora, se è vero che le parole sono importanti, essendo portatrici del senso più recondito della realtà (a questo proposito può essere interessante ricordare che "etimologia" viene dal greco étymon, che indica il vero,  logìa, discorso: cioè lo studio del vero),  questa terminologia non è più accettabile, perché presupporrebbe o una mancanza di conoscenza relativa alla materia Tarocchi, oppure, e sarebbe il caso peggiore, totale malafede. Per questi motivi, riscontriamo la necessità di introdurre, nel nostro linguaggio moderno, spesso fin troppo prodigo di curiosi neologismi,  non sempre indispensabili, un vocabolo preciso, scientificamente e linguisticamente corretto: tarologia. Si comprende con facilità la scelta della definizione: la parola taro designa i Tarocchi stessi, che difatti in tutte le lingue (eccetto l'italiano) vengono designati come Tarot; il suffisso logìa, sta, come summenzionato, per logos, discorso. La tarologia è di fatto il discorso sui Tarocchi, cioè, per estensione, la disciplina che se ne interessa. In questo modo, e ci scusiamo di sottolinearlo nuovamente ma purtroppo i Tarocchi sono stati oggetto, negli ultimi decenni, di troppe deviazioni e malintesi, la parola tarologia garantisce una esaustività, un'accuratezza, oseremmo dire una perfezione e pienezza di significato che certamente sfuggono al termine cartomanzia. Potremmo in definitiva affermare che il termine tarologia aderisce con coerenza e completa corrispondenza al significato più profondo, esoterico, dei Tarocchi.

Non sapremmo concludere questo breve articolo senza un augurio di speranza: come la psicologia, dall'inizio del secolo scorso, ha progressivamente trovato studiosi seri, desiderosi di ricercare, sviluppare il "discorso sull'anima", e uomoni e donne realmente interessati ad una più profonda analisi di se stessi, all'indagine della propria psychè; così, allo stesso modo, ci auguriamo che anche la tarologia, nei prossimi anni, sarà oggetto, come altre nobili discipline, dello stesso amore, della stessa serietà e del medesimo anelito di ricerca della Verità.